[ Pobierz całość w formacie PDF ]

Divenni cosí studioso della mia propria assenza, ed
essendo insieme irraggiungibile dalla gravezza degli
eventi, e partecipe lucido di tutte le angosce dei vivi, eb-
bi modo di sviluppare una solidarietà intellettuale sottile
Letteratura italiana Einaudi 90
Giorgio Manganelli - Hilarotragoedia
e comprensiva, fantasiosa e capziosa; come se un teolo-
go avesse accesso agli inferi, limbo e paradiso, ma di al-
tro pianeta, ove gli accadrebbe di contemplare sofferen-
ze e gioie, memorie di onte e peccati e ansie di
redenzioni che egli potrebbe intendere solo grazie ad
una assai indiretta e artificiosa conversazione.
Oggi non oserei dire che tale mia astratta dottrina fos-
se per me cosa estrinseca e rinunciabile; anzi, io tutto mi
riconosco in quella tragica coscienza. Imparai le ango-
sce, come un cieco i colori e la luce; non essendo diretta-
mente coinvolto nei loro prodursi, me ne appropriai og-
gettivandole con la mia asciutta intelligenza; un non
nato, è vero: e tuttavia, se mi si consente di modulare la
voce ad una estrema captatio benevolentiae, senza che
essa si incrini e scricchi, un fratello vostro, come, o non
meno, delle budella peduncolate di Betelgeuze, e dei
triangoli ciliati che incominciano a compitare i primi so-
netti sulla piú tiepida luna di una innominata giostra
planetaria.
Mia madre, la madre a me destinata, non parve soffri-
re, dapprima, della mia mancata nascita; ma a due anni
dal giorno in cui non ero nato, al mio secondo non com-
pleanno, cominciò ad avvertire il sovrappiú di un senti-
mento che non capiva donde venisse; e prima si incupí,
poi prese a smaniare, a sbandare, scambiando il suo irri-
to amor materno per rabbia amorosa e sessuale; cedette
ad un fittizio furore che la svergognava e faceva sprege-
vole a se medesima. Occorse impedirle di far figli. E af-
finché mio padre non la uccidesse o ripudiasse, fu ne-
cessario farlo cadere per anni in uno stato stuporoso;
cosa agevole, non fosse il fatto che a costui era devoluto
il compito di ingravidare, in circostanze penose, non so
che vedova; la quale venne affidata a un mio zio pater-
no, lavorato alquanto per l occasione.
Mia madre cadde dunque in una fonda, demente fa-
vola d angoscia: le smanie di baccante di quella donna
Letteratura italiana Einaudi 91
Giorgio Manganelli - Hilarotragoedia
onesta e dabbene erano cosa tristissima da vedere; il di-
sgusto per quella che ella giudicava sua infamia ed era
onta del cosmo, la logorava e sfiniva. A quel tempo io
cominciai a soffrire di quegli orribili eventi, se può chia-
marsi soffrire la silenziosa, monotona concentrazione
con cui tenevo dietro a mia madre, assistevo alle sue in-
degnità, la cui natura cominciavo a capire. Poco alla vol-
ta, la pena trapassava nel mio niente. Ogni grano di do-
lore che cosí si faceva mio accoglievo con una sorta di
letizie intellettuale, come indizio di vita vera, e subito lo
lavoravo con l esattezza di una mente che non conosce-
va le fumigazioni dei sensi. E assitevo alla demenza di
mio padre, che rantolava bavoso e smarrito sui suoi cu-
scini, quei capelli radi, quel volto vecchio, irraggiungibi-
le. Dolore, dolore: io ne annotavo forme e gradi, e chio-
savo qual sorta di chiarezza me ne venisse.
La necessità di controllare in qualche modo mio pa-
dre e mia madre, e insieme far accadere certe cose alle
quali costoro e non altri erano deputati, allargò lenta-
mente lo scompiglio nel parentado prima, poi tra i cono-
scenti, infine nella città e nella regione in cui vivevamo: e
sebbene, man mano che si allargava il raggio entro cui
agiva la mia assenza, gli effetti si facessero meno clamo-
rosi, il traffico dei cursori e birri oltramondani era pur
sempre massiccio, continuo, molestissimo.
Ingravidata quella vedova che s è detto; smistato un
certo numero di risse e sediziosi discorsi di pertinenza di
mio padre, uomo insocievole; scorciata di un paio d an-
ni la vita di un innamorato che doveva sedurre mia ma-
dre verso il mio quinto anno d età; allungata quella di
un prete che doveva convertirla verso il dodicesimo; fat-
ta crollare una casa in cui avremmo dovuto abitare, inci-
dentalmente uccidendo un pover uomo coinvolto in
non so quale imbroglio con mio padre; placata in qual-
che modo mia madre, ridotta a sterile isterismo, ed a
coatta castità dalla trista magrezza che l aveva affatto sfi-
Letteratura italiana Einaudi 92
Giorgio Manganelli - Hilarotragoedia
gurata; le cose presero ad andare un poco piú pacata-
mente fin verso il mio ventesimo non compleanno. A
quel tempo, gli effetti piú remoti della mia assenza si
erano fatti sentire fin nel Madagascar, dove un tale, la-
dro e biscazziere, che doveva farsi uccidere in duello da
mio padre, venne mangiato da un locale notabile iracon-
do. Insomma, le cose andavano placandosi: tanto che a
mio padre venne restituita una quota della sua raziona-
lità, e mia madre era tornata ad attendere alle consuete
devozioni e cure domestiche. E allora appunto scoccò
nel mio vanissimo zodiaco l ora dell innamoramento.
In quegli anni, ero diventato cosiffatto intenditore di
ambasce e desolazioni che, al ritentarle nella mia mente,
subito ne coglievo qualità, differenze, parentele; accerta-
vo se il mio dolore era di miglior qualità di quello da cui
derivava; se, al contrario, era piú diluito, o frivolo, o
esangue. Come il bevitore discrimina le annate, io di-
stinguevo aroma, sapore, consistenza delle mie vendem-
miate di afflizione. E già mi beavo della raggiunta sag-
gezza, della straordinaria competenza, che a mio
giudizio mi faceva di tanto migliore degli umani, cosí
chiassosi e indecorosi, quando venni coinvolto nella piú
rovinosa e odiosa delle mie esperienze di non nato.
Ahimé, io mi innamorai. In qualche modo le quadrella
degli astri si confissero nel mio niente; e la donna che i [ Pobierz całość w formacie PDF ]

  • zanotowane.pl
  • doc.pisz.pl
  • pdf.pisz.pl
  • amkomputery.pev.pl
  •